lunedì 1 ottobre 2007

Birmania contro la repressione dei monaci diciamo basta


Birmania contro la repressione dei monaci diciamo basta


Non si può rimanere indifferenti a quello che sta succedendo in Birmania, la repressione di questa forma di protesta, guidata da monaci pacificamente, non può più essere tollerata dalla Comunità Internazionale. Deve esserci un segnale per le future generazioni e anche nel nostro piccolo, ma con l'aiuto della rete che non ha confini, dalla Costiera Amalfitana, da Positano News, come hanno fatto anche altri, lanciamo un appello, adesso basta. Oggi la giunta militare birmana ha dispiegato migliata di soldati nelle principali citta' del Paese per scoraggiare nuove manifestazioni di piazza, centinaia gli arrestati. L'inviato delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari, dopo varie pressioni, è riuscito ad incontrare Aung San Suu Kyi la leader dell'opposizione birmana e Nobel per la pace, ai domiciliari da dodici anni, nella sua casa-prigione a Yangon. Ma a tutt'oggi, dopo scontri in piazza con morti e feriti, un migliaio sarebbero le persone sotto custodia; con le carceri piene, verrebbero detenute negli edifici universitari e in altre strutture scolastiche. I monaci buddisti che protestano sono in migliaia, non hanno intenzione di fare marcia indietro, anzi, è una sollevazione popolare che conquista maggior favore col passare delle ore a Myanmar, ex Birmania, contro la giunta militare al potere da 45 anni. Nel Paese asiatico non si tengono più elezioni dal 1990, quando la Lnd - il partito della Suu Kyi - vinse in maniera schiacciante, e i vertici militari ripresero il potere con la forza annullando i risultati della consultazione. La nostra speranza è che in tutte le chiese di tutte le religioni si sollevi una preghiera affinchè questa volta questa battaglia non venga soppressa, per poter credere ancora nel futuro di questa umanità che a volte sembra propendere sempre di più verso il baratro. Minacciati ogni giorno dall'inquinamento esterno, quello ambientale, e interno, quello delle coscienze, non può dirsi Uomo chi rimane indifferente a quello che sta succedendo ai nostri fratelli birmani. Bisogna far qualcosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao,anche io sono daccordo con te!
I monaci buddisti sono pacifici verso tutti e non puo l'esercito cinese privare questi uomini dei loro diritti!
Non possiamo continuare a seguire i notiziari,a vedere quelle persone che verranno uccise tra poco....Non possiamo!
Mentre scrivo questo commento in casa mia,davanti al mio pc in birmania un uomo,un monaco sta morendo...
e sarà soltanto un numero la sua morte!